La Filosofia

Molte volte, quando camminiamo fra gli alberi della nostra campagna, un venticello ci accompagna ed infilandosi fra i rami produce un suono, la voce degli ulivi. Ma cosa dicono gli ulivi?  Possono dire molte cose a chi li ascolta. A noi parlano della vita e noi li ascoltiamo. Portiamo loro del rispetto, lo stesso dovuto a dei vecchi saggi, infatti gli ulivi vivono più a lungo degli umani e sono tanto pervicaci da rinascere dopo aver subito l’aggressione del fuoco. Quando ascoltiamo quelli più vecchi sappiamo che i loro tronchi racchiudono la saggezza di chi ha molto visto ed conosciuto diverse generazioni d’umani.

Spesso mi soffermo ad ascoltare Ercole, un ulivo dal tronco tanto massiccio e forte da sembrare indistruttibile. Sovente mi ricorda che la vita è un miracolo, o meglio, una serie di miracoli che si ripetono in ogni istante nel corso della nostra esistenza.

 TENUTA

Olive Alive

è un luogo consigliato per chi sa sedersi sotto un ulivo ad aspettare, per chi vuole perdersi seguendo con lo sguardo l’orizzonte, per chi riesce a sentire la poesia d’una terra antica, per chi s’incanta davanti ai piccoli dettagli che pochi percepiscono, per chi pensa che l’umanità appartiene al Cosmo e non alla vacuità dell’effimero, per chi sa commuoversi davanti al sorriso d’un bambino.

Basti pensare a tutto ciò che fa muovere il nostro corpo, che lo fa agire: i muscoli, la struttura ossea, il sistema neurovegetativo, l’attività cerebrale … noi quasi non ce ne accorgiamo e pensiamo che tutto sia normale. Non riusciamo più a stupirci e rimaniamo attoniti solamente di fronte a quella che è la fine della vita, la morte, ma non alla sua nascita ed al suo svolgersi.

– Gli esseri umani pensano che non ci sia mai la fine alla loro esistenza. – mi dice.
Ercole mi fa riflettere.

Per migliaia d’anni, forse da quando cominciò ad essere homo sapiens, l’uomo ha sempre pensato d’essere al centro d’un sistema creato per compiacerlo. Poche sono state le religioni e/o le filosofie che hanno cercato di collocarlo all’interno di un meccanismo più articolato, un piccolo ingranaggio di una macchina enorme e complessa quanto l’universo. Ma più la conoscenza delle cose s’approfondisce più l’egocentrica superbia dell’uomo si stempera contro l’evidenza che non è al centro di niente ma che fa parte di qualcosa d’immenso. Solo allora si rende conto di quanto sia piccolo.

Questa consapevolezza, contrariamente a quanto alcuni possono pensare, non lo svilisce ma acuisce la percezione d’appartenenza a qualcosa d’immenso e produce un sottile senso d’appagamento. Questa è quella che i latini chiamavano plenitudine cordis e, nella nostra campagna per anni avvilita dall’incuria e dagl’incendi e che abbiamo cercato di far rinascere, siamo alla ricerca di questo stato d’animo.

La Filosofia

Molte volte, quando camminiamo fra gli alberi della nostra campagna, un venticello ci accompagna ed infilandosi fra i rami produce un suono, la voce degli ulivi. Ma cosa dicono gli ulivi?  Possono dire molte cose a chi li ascolta. A noi parlano della vita e noi li ascoltiamo. 

Portiamo loro del rispetto, lo stesso dovuto a dei vecchi saggi, infatti gli ulivi vivono più a lungo degli umani e sono tanto pervicaci da rinascere dopo aver subito l’aggressione del fuoco. Quando ascoltiamo quelli più vecchi sappiamo che i loro tronchi racchiudono la saggezza di chi ha molto visto ed conosciuto diverse generazioni d’umani.

Spesso mi soffermo ad ascoltare Ercole, un ulivo dal tronco tanto massiccio e forte da sembrare indistruttibile. Sovente mi ricorda che la vita è un miracolo, o meglio, una serie di miracoli che si ripetono in ogni istante nel corso della nostra esistenza.

Basti pensare a tutto ciò che fa muovere il nostro corpo, che lo fa agire: i muscoli, la struttura ossea, il sistema neurovegetativo, l’attività cerebrale … noi quasi non ce ne accorgiamo e pensiamo che tutto sia normale. Non riusciamo più a stupirci e rimaniamo attoniti solamente di fronte a quella che è la fine della vita, la morte, ma non alla sua nascita ed al suo svolgersi.

– Gli esseri umani pensano che non ci sia mai la fine alla loro esistenza. – mi dice.
Ercole mi fa riflettere.

Per migliaia d’anni, forse da quando cominciò ad essere homo sapiens, l’uomo ha sempre pensato d’essere al centro d’un sistema creato per compiacerlo. Poche sono state le religioni e/o le filosofie che hanno cercato di collocarlo all’interno di un meccanismo più articolato, un piccolo ingranaggio di una macchina enorme e complessa quanto l’universo. Ma più la conoscenza delle cose s’approfondisce più l’egocentrica superbia dell’uomo si stempera contro l’evidenza che non è al centro di niente ma che fa parte di qualcosa d’immenso. Solo allora si rende conto di quanto sia piccolo.

Questa consapevolezza, contrariamente a quanto alcuni possono pensare, non lo svilisce ma acuisce la percezione d’appartenenza a qualcosa d’immenso e produce un sottile senso d’appagamento. Questa è quella che i latini chiamavano plenitudine cordis e, nella nostra campagna per anni avvilita dall’incuria e dagl’incendi e che abbiamo cercato di far rinascere, siamo alla ricerca di questo stato d’animo.

 TENUTA

Olive Alive

è un luogo consigliato per chi sa sedersi sotto un ulivo ad aspettare, per chi vuole perdersi seguendo con lo sguardo l’orizzonte, per chi riesce a sentire la poesia d’una terra antica, per chi s’incanta davanti ai piccoli dettagli che pochi percepiscono, per chi pensa che l’umanità appartiene al Cosmo e non alla vacuità dell’effimero, per chi sa commuoversi davanti al sorriso d’un bambino.